Il Cai di Erice a Pizzo Falcone tra profumi, colori e panorami mozzafiato

cai erice

Marettimo si è mostrata in tutta la sua bellezza. In un autentico trionfo di colori e profumi che ha accompagnato i soci del Cai di Erice in una escursione indimenticabile alla scoperta dell’isola sacra. Un trekking partito dal mare, dal piccolo centro abitato, per arrivare fino a pizzo Falcone, la cima più alta dell’imponente e maestosa montagna della più lontana delle Egadi. Ad una altezza di 686 metri ed un panorama mozzafiato sul mar Mediterraneo. A Levante la vista ha abbracciato l’intera cuspide della Sicilia occidentale, da capo San Vito con il suo Monte Monaco per passare dal golfo di Macari, pizzo Cofano e la montagna di Erice. Dietro i monti Inici e Sparagio. Ed ancora monte Bonifato, montagna

isole egadi da Marettimo
Il panorama da Pizzo Falcone

Grande per entrare nel territorio del Belice con monte Polizo ed arrivare fino alle coste marsalesi e mazzaresi. Una giornata di visibilità così perfetta da regalare la vista di Rocca Busambra, la vetta più alta della Sicilia occidentale. Naturalmente in primo piano, quasi a toccarle con le mani, le altre due “sorelle” dell’arcipelago, Favignana e Levanzo. Dietro Capo Grosso, che ci riporta indietro al 10 marzo del 241 a.C, il centro abitato di Trapani. Ma il brusio della città, da qui, è lontano più di venti miglia.

La vetta marettimara ha invece regalato silenzi rigeneranti ed un gran senso di pace e quiete con le prospettive verso Ponente che invece si perdono verso la linea dell’orizzonte. Mare e cielo. Cielo e mare. E nelle giornate di cielo limpido, con certe condizioni di tempo, si arriva a vedere anche Capo Bon. Oltre che Pantelleria, da un lato, ed Ustica dall’altro. Che si mostrano agli occhi soprattutto quando si aspetta lo Scirocco. O quando passa il maltempo e dopo la pioggia tutto appare più nitido. Uno spettacolo della natura insomma, che da pizzo Falcone abbraccia un panorama dalla grande bellezza.

cima pizzo falcone Marettimo
Il panorama dalla cima di Pizzo Falcone

Restando nel perimetro dell’isola, a Nord il paesaggio è tutto per il Castello di punta Troia ed il tratto di costa che arriva a punta Mugnone. Seicento metri più sotto c’è lo scalo maestro, la grotta della Pipa, il Libano, i due frati. Dall’altro lato lo “scrigno” di cala bianca e tutta la zona A della Riserva delle isole Egadi, con le Dolomiti sul mare, la zona chiamata delle “barranche” e tre tra le più belle grotte dell’isola: Perciata, del Presepe e Bombarda. Pizzo Falcone domina tutta questa parte di Marettimo, con una prospettiva che scende sul blu del mare accompagnati da lunghi e profondi valloni. Meraviglia allo stato puro. Girando lo sguardo a Sud, si vece invece la seconda cima più alta dell’isola: pizzo Campana, a 630 metri. Poco sotto pizzo Craparo, a 627 metri. Ancora più a sud c’è invece pizzo “Telegrafo”, anche detto semaforo, a 500 metri di quota. Sotto si vede invece il centro abitato dell’isola, con il lato meridionale chiuso da punta Basano. Trecentosessanta gradi che tolgono il fiato e ripagano della fatica salita. Che tutto sommato non si sente poi così tanto sulle gambe. Sarà per il senso di avvolgimento di madre natura che accompagna gli escursionisti in questi sentieri, che fanno da richiamo a sempre più trekker da tutta Europa. Armati di bastoncini, zainetti e scarponcini. Oltre che di macchina fotografica. Qui ogni angolo è uno scorcio da immortalare. Ma la luce non è mai la stessa. Il che permette di ottenere scatti diversi con un carico di emozioni che varia sempre. È la magia di Marettimo. L’isola dei sogni…

pizzo falcone marettimo
Il Cai di Erice

L’escursione dei soci del Cai di Erice è partita dalla piazza del paese. Dopo i saluti del referente Vincenzo Fazio e la presentazione da parte dei direttori di escursione Vito Vaccaro e Angela Savalli, il gruppo ha iniziato la risalita lungo il sentiero delle case Romane, passando dall’antico cimitero del Calvario e dal bosco che sovrasta il centro abitato. Nel giro di mezz’ora gli escursionisti sono arrivati nel sito delle Case Romane, a 250 metri di altezza, dove hanno visitato la chiesa Bizantina, un vero e proprio gioiello di storia. Il sito è tra i più affascinanti dell’isola e regala delle albe sul mar Mediterraneo letteralmente da incanto, con particolari allineamenti durante gli equinozi.

case romane marettimo
Le case Romane

Dopo una pausa ristoratrice, grazie all’acqua fresca che sgorga dalla fontana del posto, il gruppo si è rimesso in cammino verso pizzo Falcone, immergendosi nella macchina mediterranea dell’isola. E tra la vegetazione, dopo la piana della Craparizza, tra i costoni rocciosi sono stati visti diversi esemplari di mufloni. Passo dopo passo, aiutati dai bastoncini e accompagnati dai panorami sul mare delle Egadi e la costa siciliana i soci del Cai sono giunti proprio sotto pizzo Falcone. Qui si apre la “portella” che si affaccia su entrambi i versanti dell’isola. Ma dopo avere camminato per circa due ore sul lato Est, quello del paese, la “sorpresa” sta tutta ad Ovest, in un vallone che scende verso il mare di Ponente. Seicento metri più sotto ci sono i “rutiddi” e la grotta del Presepe, nel cuore della zona A della Riserva marina nel tratto di costa ribattezzato “le dolomiti” sul mare. Dalla portella finisce il sentiero ed inizia l’ultimo tratto di risalita, di circa 300 metri, seguendo le frecce sulle pietre, destreggiandosi tra le rocce e la vegetazione.

pizzo falcone Marettimo
Ancora pochi minuti per Pizzo Falcone

Una volta su è l’incanto. Meglio se con il bel tempo. Spesso la cima più alta di Marettimo è infatti avvolta dalla nebbia. E può soffiare vento forte. Ma ai soci del Cai di Erice l’isola ha concesso una giornata spettacolare, con una luce quasi perfetta e colori caldi e saturi. Tutto perfetto, insomma. E la sosta sul pizzo è durata un bel po’, visto che soffiava appena una lieve brezza. Il che ha permesso agli escursionisti di esplorare ogni angolo della cima, dove il punto più alto, oltre ad un cumulo di pietre, è indicato da una cerchio su un piedistallo dove, oltre alla mappa dell’isola orientata in direzione Nord Sud, viene ricordato l’iniziativa “Mari Monti” fatta il 9 settembre del 1990, quando sulla cima del Monte Falcone venne celebrata messa per la prima volta. Un’iniziativa che, in vista del trentennale, si vorrebbe replicare.

Dopo la pausa pranzo ad oltre 600 metri di altezza e con “vista mare”, è iniziata la discesa. Il gruppo, egregiamente guidato da Vito Vaccaro, grande conoscitore della montagna di Marettimo, fauna, flora e storie della tradizione popolare comprese, si è diretto verso il Castello di Punta Troia, percorrendo un sentiero un po’ impervio, soprattutto per le pendenze ed i diversi punti scoscesi ed a picco sul blu del mare. Tant’è che un cartello ad inizio dell’itinerario consiglia questo sentiero solo a camminatori esperti. Ma la discesa è stata tutta all’insegna dei panorami mozzafiato sul versante compreso tra lo Scalo Maestro ed il Libano. Tra i punti più suggestivi, c’è stato sicuramente quello della la portella Madunnuzza, con il suo pizzo a 396 metri sul mare. Pian piano, sempre bastoncini e scarponi ben ancorati al terreno, stando attenti a non prendere qualche scivolone, il gruppo è arrivato al bivio dove parte il sentiero che porta a cala Bianca, camminando sopra il Libano, i “Due Frati”, “A balata a Lera” e punta Mugnone. Praticamente tutto il tratto di costa la costa che guarda a Nord, esposta quindi ai venti settentrionali, a partire dalla Tramontana. Che quando soffia forte da queste parti sembra quasi volere “divorare” l’isola. E nella vicina grotta del “Tuono” le onde entrando emettono un suono che ricorda proprio un tuono. Qui hanno tutto ben chiara la forza della natura. Sarà per questo che ogni marettimaro cresce e vive nell’isola con un radicato senso di rispetto per tutto ciò che lo circonda.

Grotta del Cammello Marettimo
Grotta della Pipa

Dal mare alla montagna. Passando per ogni scogli e pietra dell’isola sacra.
Arrivati al bivio per cala bianca, una delle più belle cale di Marettimo, con le sue acque cristalline e color turchese, i soci Cai hanno però preso per il sentiero a destra, passando nel costone che sovrasta il Castello di Punta Troia. Dopo avere costeggiato il canale Rumurale, al secondo incrocio hanno continuato per l’antico maniero, ristrutturato di recente. Una volta arrivati nella spiaggia dello scalo Maestro, i più intrepidi si sono concessi un tuffo nel mare marettimaro, complice una giornata praticamente estiva. Altri si sono invece limitati a trovare un po’ di sollievo togliendo gli scarponi e mettendo i piedi a mollo. Da qui il “viaggio” del gruppo è continuato via mare a bordo delle barche arrivate allo scalo Maestro per fare imbarcare gli escursionisti e portarli alla scoperta delle grotte che si trovano in questa parte dell’isola: la grotta della Pipa, la grotta del Tuono, proprio sotto il Castello di Punta Troia, e la grotta del Cammello. Le prue delle imbarcazioni si sono infine indirizzate verso il paese, per arrivare allo scalo vecchio. Una volta sbarcati, i soci del Club Alpino Italiano sono stati accolti da Vito Vaccaro nel “Museo del Mare”, dove è custodita la memoria storica della comunità marettimara.

museo del mare a marettimo
Museo del Mare

Qui sono esposti attrezzi da lavoro, foto, articoli di giornale, diversi pubblicazioni e tanto altro materiale che racconta la tradizione marinara dell’isola. Ma non solo. In esposizione ci sono anche le storie di emigrazione che hanno segnato la comunità di Marettimo, soprattutto verso la California, principalmente a Monterey. Un patrimonio culturale conservato nel piccolo “Museo del Mare”, curato in questi 31 anni dall’associazione “Marettimo” con Vito Vaccaro tra i promotori ed i principali custodi di questa attività di archiviazione e valorizzazione della memoria dell’isola. Isola che oltre a mare, montagna, tradizione e cultura è anche buoni sapori. Le bontà qui passano anche dalle cucine delle donne marettimare, abilissime nel mettere assieme i tanti “frutti” dell’isola. Sia quelli del mare che i doni della montagna. Una gastronomia unica ed impareggiabile che i soci del Cai di Erice hanno potuto provare sui loro palati grazie all’abilità ai fornelli di Nadia Aliotti, moglie di Vito Vaccaro. Entrambi soci Cai e divenuti di fatto il punti di riferimento degli escursionisti che decidono di visitare la montagna di Marettimo. Anche perché Vito conosce quei sentieri meglio delle sue tasche. Nadia invece riesce a mettere assieme i sapori della montagna con quelli del mare. Facendo così arrivare a tavola un autentico trionfo di bontà capace di mandare in estasi i sensi. Ne sanno qualcosa i soci del Cai di Erice che sono stati accolti da Vito e Nadia all’insegna dei valori dei sodalizio. Così la sera a cena, dopo la fatica di sei ore di escursione, il gruppo è stato ristorato dai profumi della deliziosa cucina dei coniugi Vaccaro. Dove la semplicità degli ingredienti, sapientemente condita, è diventata estasi per il palato. Tra pasta con l’aragosta con il tipico “broretto” marettimaro, ma quella pasta col finocchietto e pomodori. Ed ancora le busiate accompagnate dai gamberi arrosto. Così come le polpette di tonno. O in agrodolce. E tante altre bontà magistralmente messe assieme in un mix di sapori che la ricette egadine sanno accostare con lo stesso equilibrio con cui qui mare e montagna si incontrano. Diventando emozioni capaci di fare sognare. Perché questa è e resta l’isola dei sogni!

mario torrenteMario Torrente

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